Sappiamo tutti che salutare è un segno di buona educazione e che esistono diversi modi di farlo a seconda del contesto in cui ci troviamo. Tuttavia, la riflessione che mi sono trovato a fare riguarda il momento in cui il saluto assume un valore più profondo: diventa un segno di appartenenza a una comunità, una sorta di gesto di solidarietà tra sconosciuti che condividono qualcosa o si sentono parte di uno stesso gruppo.

Mi spiego meglio. Mi riferisco, ad esempio, al saluto tra motociclisti, tra runner, al saluto che ci si scambia in montagna durante un’escursione, o anche al saluto tra scout. E chissà quanti altri tipi di saluto esistono tra persone che condividono una stessa passione, un momento particolare o che appartengono a una cerchia specifica.

Immagine creata con l’intelligenza artificiale

Questi saluti hanno un sapore diverso dal solito, perché esprimono un sentimento di fratellanza, rispetto, appartenenza e condivisione.

Questa riflessione nasce dalla mia percezione di come sia più facile essere propensi a un saluto, o comunque a un gesto di apertura, quando ci sentiamo parte di un gruppo ristretto. Al contrario, sembra essere più difficile socializzare nel grande gruppo della vita quotidiana.

In fin dei conti, il grande gruppo della vita quotidiana è quello più ostico da vivere. E forse, proprio in quel contesto, un gesto o un saluto potrebbero fare davvero la differenza, aiutandoci ad affrontare meglio il perpetuo e incessante scorrere della nostra quotidianità.

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